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Avete voglia di meravigliarvi?

Fiacca, sofferta, lontana, elastica, concreta, partecipativa, intelligente, seria, graduale, impla­cabile, qualificata, bella, trasparente, stabile, socialmente responsabile, creativa, sostenibile, sconcertante, irreversibile, pervasiva, solidale, ascendente, efficace, raggiungibile, travolgen­te, rassicurante, organizzata, dinamica, incoraggiante, duratura, equa, interessante, impla­cabile, stimolante, coraggiosa, sana… italiana! Cosa sto descrivendo con questi trentasette aggettivi? È la ripresa come se la aspettano i professionisti intervenuti alla tredicesima edizio­ne del Meeting ACEF “Evoluzione dei Servizi professionali”, incontro promosso dall’Asso­ciazione Culturale Economia e Finanza che si è svolto il 26 e 27 settembre scorsi a Bologna.

Trentasette differenti sfumature di ripresa: ovvero quanto basta per rendersi conto che l’italiano è una lingua meravigliosa e che gli Italiani sono un popolo dalle risorse inesau­ribili. Pensate che un elenco così variopinto di aggettivi è stato prodotto in pochi minuti semplicemente stimolando l’intelligenza collettiva della platea con uno strumento noto a tutti ma riproposto in maniera innovativa: una richiesta inviata in tempo reale tramite posta elettronica sugli smartphone e sui tablet dei presenti in sala.

Cosa ci insegna questo esperimento?

1)    Fai la stessa domanda a due professionisti e preparati a ricevere due risposte diverse.

2)    Stimola adeguatamente un professionista e vedrai di cosa è capace.

Si può concludere che in un Paese (e per analogia uno Studio) nel quale 37 soci esprimano 37 visioni diverse non possano che regnare l’anarchia e l’ingovernabilità. “Tot capita, tot sententiae” recita un famoso adagio latino. Se, come auspicabile in un’associazione professionale di pari, ogni opinione ha la stessa dignità delle altre, su cosa potrebbe fondarsi “l’intelligenza collettiva” in grado di dare una direzione unitaria e stabile allo Studio? Come evitare che ognuno dei componenti dello Studio prenda la propria deriva, interpreti i valori dello Studio adattandoli alla propria personale sensibilità o, peggio, ai propri interessi, e in un periodo non lungo valuti che il bene proprio non coincide con il bene collettivo tanto da decidere infine di andare per la propria strada? Con quali regole giungere alla necessaria sintesi, indispensabile per convertire il pensiero creativo in azione finalizzata? E a chi affidare tale delicata attività?

Per comprendere quali sono gli elementi che rendono vincente uno Studio è necessario partire dall’analisi dei fattori che nella nostra esperienza più di frequente determinano il falli­mento di progetti nati all’apparenza sotto i migliori auspici.

Cosa si rompe esattamente nel momento in cui uno Studio collassa? O cosa è mancato sin dall’origine?

Nella mia vision (purtroppo l’italiano visione non rende a pieno l’accezione del termine in­glese), lo Studio professionale è motore del cambiamento aziendale delle PMI e orienta le decisioni di innovazione dell’impresa con cultura e opportunità, mentre gli Studi professio­nali, nel loro complesso, costituiscono il sistema nervoso del Paese come concentratori di relazioni e informazioni, e insieme possono agire da acceleratore della ripresa economica.

Chi sta con me, qualunque sia il ruolo che ricopre nello Studio, deve conoscere la mia vi­sione e condividerla intimamente, perché da essa trarranno origine le scelte strategiche che incideranno in maniera profonda sulla vita quotidiana di tutti. La vision permea ed orienta qualunque decisione, ed è quindi preciso impegno di chiunque voglia fare il “titolare” chiari­re bene a sé stesso ed agli altri quale sia la sua personale vision. Si tratta del primo impegno sul quale costruire l’identità dello Studio. Troppo spesso la vision resta implicita, frammen­taria e non condivisa, creando disorientamento, malintesi e frustrazione.

Tuttavia, affinché “la macchina giri” sappiamo tutti che non basteranno le parole, ancorché chiare e condivise. Quindi chiarito il cosa ed il perché, l’analisi strategica dello Studio deve concentrarsi sul come.

Organizzazione, struttura, regole, modalità operative, … sono tutti termini con i quali de­vono fare ben presto i conti tutti i professionisti che vogliano crescere oltre al mero sape­re tecnico individuale. Perché farlo? Semplicemente perché al cliente interessa sempre meno la nostra preparazione (scontata, se siamo sul mercato) e sempre di più l’affianca­mento di qualcuno in grado di fornire soluzioni. Nemmeno risposte, soluzioni.

Che poi lo stesso cliente sia disposto a pagare per quello che chiede è tutta un’altra fac­cenda …

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