Con questo numero di inizio 2014, riprende la pubblicazione bimestrale della rivista “Accademia”, un periodico edito – a partire dai primi anni ‘90 – dall’Associazione Nazionale Dottori Commercialisti per favorire un confronto costante sulla Professione Economico Giuridica italiana, soprattutto all’interno della comunità degli Iscritti.
Da più di 20 anni, l’edizione cartacea di questa rivista – con tiratura più o meno regolare – ha soprattutto illustrato il modo d’intendere la Professione del Dottore Commercialista da parte degli Iscritti all’ANDoC ed ha provato a spiegare perché, insieme all’Ordine locale e al Consiglio Nazionale, c’è bisogno di Associazioni che raccolgano e rappresentino sensibilità e culture differenti, pur all’interno del medesimo ordinamento professionale. A partire da questo nuovo numero, “Accademia” si adegua alla tecnologia moderna ed ai nuovi sistemi di comunicazione, passando dalla pubblicazione “cartacea” a quella “informatica”. Lo potrà fare grazie soprattutto alla collaborazione fornita da tantissimi Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che ci hanno messo a disposizione gli indirizzi e-mail dei propri Iscritti ed a cui va, in primo luogo, la nostra gratitudine per aver consentito la permanenza di questo nostro strumento di dialogo, a costi più contenuti e con amplificata efficacia.
La ripresa della pubblicazione di “Accademia” segna anche il passaggio della presidenza dell’ANDoC da Riccardo Losi al sottoscritto. Una transizione certamente nel segno della continuità di un indirizzo culturale (e, quindi, politico) sul modo d’intendere la Professione e l’attività di quest’Associazione al suo servizio.
Ciò nondimeno, questa successione rappresenta anche un’apertura dell’Associazione verso le nuove generazioni, verso i territori e il Mezzogiorno d’Italia. Dopo le tre importanti e significative “presidenze romane”, l’Associazione ha chiamato un “meridionale” – con esperienza di rappresentanza e di vita ordinistica in una realtà medio/piccola di provincia – alla sua guida.
Quando è stata fondata l’ANDoC – nel luglio del 1990, col proposito “d’incentivare ogni iniziativa finalizzata alla tutela e alla valorizzazione della professione di dottore commercialista” – avevo da poco lasciato il Liceo, per intraprendere gli studi universitari. Già solo per questo, raccolgo oggi un’eredità importante ma gravosa, in termini di responsabilità. Mi sono impegnato a portare avanti i Valori fondanti dell’Associazione – Cultura, Meritocrazia, Etica – in un’epoca non facile, in un momento storico (per il Paese e per la nostra Professione) nel quale l’immagine, l’interesse personale e l’opportunismo sembrano non lasciare spazio ad altri modelli ritenuti “vincenti”. Noi, però, sappiamo che questo Paese ha conosciuto momenti di progresso e benessere solo quando siamo stati in grado di selezionare una “classe dirigente” (o, se vogliamo, “persone con responsabilità per la collettività”) dotate di un pensiero politico articolato e profondo, quando siamo stati capaci di far prevalere le scelte di “lungo periodo” su quelle di “breve”, quando abbiamo smesso di pensare come “singoli” ed abbiamo iniziato a ragionare come “collettività”.
L’ANDoC, oggi più che mai, intende aggregare e rappresentare il pensiero di chi – nell’immaginare la Professione Economico Giuridica – intende mettere l’interesse della Collettività, la Giustizia (in tutte le sue declinazioni) e la Conoscenza al centro del suo quotidiano operare. Tutto ciò, chiaramente, senza tralasciare la rivendicazione di legittimi “interessi corporativi”, la cui tutela sarà declinata sempre secondo i nostri Valori fondanti di “Cultura, Meritocrazia ed Etica”.
In questo numero della “nuova serie” di “Accademia”, illustriamo il nostro punto di vista sulle diverse tipologie d’innovazione che potrebbe essere opportuno introdurre nella gestione dei nostri Studi Professionali. Lo facciamo dando la parola non solo agli Iscritti alla nostra Associazione ma a chiunque abbia dimostrato di saper esprimere un pensiero culturale forte e ben identificato, di possedere titoli di merito e di caratterizzare la propria azione in senso etico. Sono questi, per noi, gli elementi discriminanti a favore del progresso della Collettività.